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«In Lombardia abbiamo onorato la giornata nazionale del Sì con una presenza importante dei nostri gruppi, nelle piazze e sui viali. Sappiamo di 200 gruppi che si sono mobilitati, ma probabilmente sono molti di più, che hanno mostrato la nostra voglia di informare e sensibilizzare. In un mondo dove abbiamo a disposizione una sovrabbondanza di informazioni dobbiamo porci il  problema dell’attendibilità. Noi di Aido offriamo serietà e autenticità, ci mettiamo la faccia, siamo disposti al dialogo interpersonale dal vivo perché pensiamo che possa servire quell’elemento relazionale impalpabile che si crea quando ci incontriamo di persona per entrare in sintonia con il nostro interlocutore e parlare  serenamente.
Ho avuto la fortuna di trovarmi a Dalmine dove il gruppo si è speso in ogni angolo della cittadina occupando ben 7 piazze!  Da qui ho partecipato alla diretta nazionale portando la freschezza dei gruppi lombardi che vogliono ritornare a farsi vedere in giro perché l’Aido c’è!»
Corrado Valli

«Quando mi sono svegliato per prima cosa, come faccio da tempo, ho ringraziato il Signore per avermi fatto risvegliare anche quest’oggi e per avermi regalato un nuovo giorno da vivere. Quando poi sono uscito di casa ed ho incontrato tante persone che andavano ciascuna per la propria strada, ho ringraziato nuovamente il Padre Eterno per avermi fatto nascere in un Paese civile, libero e pieno di possibilità. Quando ho incrociato alcune persone in carrozzella, con il loro badante che li spingeva, alcuni anziani con il girello che avanzavano faticosamente, altri che camminavano appoggiandosi ad un bastone l’ho ringraziato ancora una volta per avermi evitato l’umiliazione di non essere più autonomo.
Recentemente sono stato nell’ospedale della mia città, dove ho incontrato tanti degenti afflitti dalle più svariate malattie: diabete, tumore, leucemia, insufficienza cardiaca, respiratoria, renale, epatica, alzheimer, parkinson e molte altre, ricoverati e curati in attesa di una guarigione che forse non verrà. Allora mi sono reso conto di essere molto fortunato per essere sano ed ho ancora una volta ringraziato il Signore. Ma quando ho riflettuto, nella giornata dedicata dall’Aido al Sì alla donazione di organi, tessuti e cellule al fine di trapianto, ho dovuto anche considerare che nel nostro Paese c’erano tanti ammalati per i quali le medicine non servivano più per sopravvivere e che avevano l’unica speranza di vita nella terapia del trapianto.
Circa 8.500 persone all’anno, ammalate di malattie ormai inguaribili, affollano le liste d’attesa, di queste neanche la metà riesce ad avere il trapianto per carenza di organi; organi che non cadono dal Cielo, ma che vengono donati da persone generose dopo la loro morte. Bambini, giovani, adulti per i quali il filo rosso della vita improvvisamente si incrina e li costringe ad abbandonare tutto: parenti, amici, speranze... Ma una speranza rimane ancora: uno sconosciuto lontano, uomo o donna che sia, che abbia deciso di donare parti di sé stesso dopo la propria morte.
È questo Dono che restituisce la vita, fatto da una persona solidale, una cosa bellissima e non solo sotto l’aspetto caritativo, ma anche sotto quello sociale. Io, che ho avuto tanto dalla Società umana che mi circonda, che ho potuto crescere, giocare, studiare, fare sport, viaggiare, avere vacanze, un lavoro, una famiglia, dei figli, al termine della mia vita restituisco qualcosa di me che può essere utile ad un altro membro di questa stessa Società umana. Se pensiamo che in Italia circa 5.500 persone all’anno ricevono il Dono di una cornea, grazie alla generosità di circa 7.000 donatori post mortem, e che grazie a questo innesto vengono guariti da una maculopatia degenerativa (malattia che porta alla cecità), ci rendiamo conto di quanto questo Dono possa contribuire a migliorare la qualità della vita di ammalati, spesso anziani, restituendo loro la possibilità di vedere.
Quindi, una volta che non ci sarò più, questi organi, tessuti o cellule, a me non serviranno più, ma per qualcun altro possono significare la vista od addirittura la Vita!
Ed allora perché non sottoscrivere la dichiarazione di volontà a donare che mi propone Aido? Un atto estremamente caritativo, ma anche espressione di grande di senso civico e di solidarietà umana».
Lucio D’Atri